Attiva anche come pittrice, dopo una fase di sperimentazione sia formale che concettuale, Annachiara approda ad un genere che chiama “Le Linee essenziali”.
Secondo l’artista, ciò che distingue e garantisce l’unicità a ogni individuo è l’Anima, sigillata in un corpo “limitato”. Non è la nostra apparenza a contraddistinguerci come persone perché il più delle volte il nostro apparire non coincide con il nostro essere interiore. Lei s’interroga se sia “giusto” rappresentare quelle maschere che indossiamo nella vita quotidiana, o l’essenza della persona, che lei rappresenta con la linea. Le linee Essenziali non hanno un volto, ma sono pura essenza, quel mondo interiore che ha la dimensione dell’infinito. La nostra Anima è infinita e ogni uomo possiede infinite possibilità di essere, di agire e di sentire.
Sulle sue tele fissa attimi, istanti, gli unici rappresentabili, in quanto l’istante, è l’unico certo; nell’attimo presente l’osservatore coglie una delle infinite possibilità. La realtà si manifesta non appena noi ci soffermiamo a guardarla e assume una forma solo in quell’istante - concetto espresso anche dalla fisica quantistica.
Le infinite possibilità sono rappresentate dallo sfondo colorato della tela. Esso coincide con l’infinito: lo spazio dell’anima e del tempo eterno. L’artista attraverso la linea essenziale estrapola un istante dell’eternità. I colori manifestano sentimenti quali rabbia, gioia, dolore, tristezza, delusione e malinconia.
AnnaChiara tiene in particolar modo alle Anime delle persone che spesso non vengono guardate e non gli si dà la giusta importanza. In una società affannata e incentrata su se stessa, non si guarda più al bisogno dell’altro, che fondamentalmente è uguale al nostro: cioè l’incessante bisogno di amore. Solo guardando gli altri, oltre l’apparenza, è possibile cogliere ciò che un individuo è veramente: ciò che siamo dentro e non quello che indossiamo.
di Valeria Soraci
AnnaChiara Zincone ha esposto alla “Sala Presidenziale della stazione Ostiense di Roma” (personale), alla ”Galleria Alberto Sordi” (via del Corso - Roma- Personale), al ”Teatro Eliseo” di Roma (personale) e a Terracina presso la Sala "Marie Renè De La Planchere” (personale).
Le linee Essenziali non hanno un volto, ma sono pura essenza, che è quel mondo interiore che ha la dimensione dell’infinito. Spazio e Tempo sulle sue tele diventano reciprocamente: Infinito e Istante Presente.
I colori manifestano sentimenti quali rabbia, gioia, dolore, tristezza, delusione e malinconia.
Il pretesto di arredare la sua camera, ha permesso la nascita della sua prima opera, intitolata “Pendolo”. Il tema rappresentato è il frutto di una meditazione sul Tempo e riflette e sintetizza l’idea dell'artista sull’esistenza. In questo quadro si assiste a una rivoluzione secondo cui non è la terra a girare intorno al sole, come ci insegna la teoria tradizionale, ma Signore di tutto diventa un tirannico Kronos, dal quale dipendono la Terra e la Luna. Ed è proprio da questa categorica premessa che si assiste alla creazione di una realtà parallela, in cui esistono nuove leggi: prima fra tutte, quella dell’INCERTEZZA che governa su tutto. Nell’elaborare una sua filosofia, l’artista dice che: “l’incertezza è l’unica certezza che ho ed è strettamente legata al tempo” e aggiunge che la seconda certezza che ha trovato è quella dell’attimo, dell’istante presente, che sarà un punto chiave di tutta la produzione successiva.
L’unicità di ogni individuo è l’Anima, sigillata in un corpo “limitato”. In “Autoritratto” è possibile cogliere questa Verità. AnnaChiara spiega di essersi messa davanti alla tela e ricalcandoci sopra la sua ombra. Quello che stava facendo, però, era a tutti gli effetti non solo il suo autoritratto, bensì l’autoritratto dell’umanità perché la linea da lei tracciata non era altro che un involucro, uguale per tutti gli individui. Chiunque difronte ad “Autoritratto” può riconoscervisi. In questa concezione, non è la nostra apparenza a contraddistinguerci come persone perché il più delle volte il nostro apparire non coincide con il nostro essere interiore. Lei s’interroga se sia “giusto” rappresentare quelle maschere che indossiamo nella vita quotidiana, o l’essenza della persona, che lei rappresenta con la linea.